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23 apr 2012 ore 14.08
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Il sole ci ha salutati da Roma e ci ha fatto un inchino appena arrivati a Pechino.
Le 6 ore e mezza di fuso non ci hanno troppo distrutto, tanto che nelle successive 24 ore siamo riusciti a riorganizzare il sonno.
Per il cibo e' un'altra storia.
La citta' non si presenta cosi' facile come ci aspettavamo. Pechino e tutte le province coprono un'area pari a quella del Belgio, e i primi 4 tassisti si sono rifiutati di accompagnarci in hotel, scuotevano la testa in senso di diniego e solo un tassista gentile e un ragazza dolce ci hanno aiutato con molta difficolta' a trovarlo. Eppure, e' un business hotel a 4 stelle...
Le distanze da percorrere a piedi sono molto lunghe, la metropolitana copre comunque facilmente tutte le necessita' ed e' anche molto chiara. Le stazioni sono segnalate con e senza ideogrammi. Il problema piu' grande e' quello della comunicazione. Sono in pochi a parlare inglese e quei pochi hanno ovviamente un accento cinese che poco si sposa con il nostro inglese italianizzato.
Siamo un po' isolati, insomma.
Le abitudini alimentari sono completamente differenti: innanzitutto i cinesi mangiano ad ogni ora e hanno una cucina davvero variegata.
Tuttavia la nostra ferrea regola di mangiare le specialita' del luogo stavolta viene meno, soprattutto quando non inseriscono nel menu' le foto.
Al mercato notturno vicino "la citta' proibita" abbiamo costatato che e' vera la leggenda che i cinesi mangiano tutto cio' che si muove. Alla lista fatta una settimana fa aggiungo rane, serpenti, bacherozzi, scorpioni piccoli e grandi (che vengono cotti vivi e senza pungiglione e si muovono ancora infilzati in fila sugli spiedini) piccoli uccellini, lumache e cozze.
Mi domando spesso cosa pero' pensano gli "stranieri" di noi quando ci vedono mangiare il polpo ancora vivo ucciso con il morso in testa, o vogliamo parlare delle rane prelibatezza del trevigiano o le cuzzedde del salento? Cosi',giuro, che ho provato a superare il mio pregiudizio... oggi non ci sono riuscita ma entro la fine del viaggio ci voglio provare. Del resto se non l'ho mai magiato un millepiedi come posso dire che non e' buono?
La birra la bevono calda e le donne non la bevono proprio, cosi' come non ho visto una sola cinese fumare per strada o in un luogo pubblico, solo nei bagni.
Salvo queste eccezioni la cucina cinese e' molto leggera e sinceramente anche gradevole.
Ci stiamo allenando con le bacchette e per solidarieta' mangiamo con la bocca aperta succhiando rumorosamente. Mi saltano spesso per aria ma di solito i vicini di tavolo ci guardano con un sorriso accondiscendente e il cameriere dopo un po' ci porta un cucchiaio...
Tuttavia, incontriamo pochissimi turisti, probabilmente perche' si muovono con viaggi organizzati e non battono i nostri stessi percorsi.
Il concetto di igiene e' un po' diverso, ma qui son davverio tantissimi e sfido chiunque a tenere cosi' pulita una citta' che e' una fiumana continua di gente.
Pechino e' avvolta da ieri da una nebbiolina che la rende un po' magica e nella citta' proibita dove il tempo si e' fermato all'epoca di imperatori, imperatrici e concubine galleggiavano nell'aria i soffioni, proprio come nei cartoni animati.
Non e' facile descrivere queste cartoline cosi' rimando alle foto e ai video.
Per ultimo parlando di razzismo, le opinioni sono divergenti:
Angelo e' convinto che si sentano superiori e che ci guardino con sospetto
Io, personalmente non sono d'accordo. Anzi...
Rimando a una riflessione generica che forse dipinge un quadro piu' completo:
i giovani pechinesi ci guardano con curiosita' perche' (in quanto occidentali) rappresentiamo il nuovo stimolando l'entusiasmo di chi vuole allargare i propri orizzonti.
Gli anziani pechinesi ci guardano con sospetto e circospezione perche' la vita e la storia gli hanno insegnato che il nuovo spesso nasconde insidie ma soprattutto guerre.
Questo nuovo o questo diverso e' comunque blindato.
Non e' possibile navigare sul web liberamente e in piazza Tian anmen, (dove gli studenti vennero schiacciti vivi dai carri armati per chiedere piu' diplomazia), vige uno stato di polizia con un complesso sistema di telecamere a circuito chiuso, controlli di sicurezza e poliziotti in borghese.
Detto questo non e' facilissimo scrivere il diario in tempo reale...
Per il momento vi saluto o meglio... come dicono i cinesi: Zaijian!
Il sole ci ha salutati da Roma e ci ha fatto un inchino appena arrivati a Pechino.
Le 6 ore e mezza di fuso non ci hanno troppo distrutto, tanto che nelle successive 24 ore siamo riusciti a riorganizzare il sonno.
Per il cibo e' un'altra storia.
La citta' non si presenta cosi' facile come ci aspettavamo. Pechino e tutte le province coprono un'area pari a quella del Belgio, e i primi 4 tassisti si sono rifiutati di accompagnarci in hotel, scuotevano la testa in senso di diniego e solo un tassista gentile e un ragazza dolce ci hanno aiutato con molta difficolta' a trovarlo. Eppure, e' un business hotel a 4 stelle...
Le distanze da percorrere a piedi sono molto lunghe, la metropolitana copre comunque facilmente tutte le necessita' ed e' anche molto chiara. Le stazioni sono segnalate con e senza ideogrammi. Il problema piu' grande e' quello della comunicazione. Sono in pochi a parlare inglese e quei pochi hanno ovviamente un accento cinese che poco si sposa con il nostro inglese italianizzato.
Siamo un po' isolati, insomma.
Le abitudini alimentari sono completamente differenti: innanzitutto i cinesi mangiano ad ogni ora e hanno una cucina davvero variegata.
Tuttavia la nostra ferrea regola di mangiare le specialita' del luogo stavolta viene meno, soprattutto quando non inseriscono nel menu' le foto.
Al mercato notturno vicino "la citta' proibita" abbiamo costatato che e' vera la leggenda che i cinesi mangiano tutto cio' che si muove. Alla lista fatta una settimana fa aggiungo rane, serpenti, bacherozzi, scorpioni piccoli e grandi (che vengono cotti vivi e senza pungiglione e si muovono ancora infilzati in fila sugli spiedini) piccoli uccellini, lumache e cozze.
Mi domando spesso cosa pero' pensano gli "stranieri" di noi quando ci vedono mangiare il polpo ancora vivo ucciso con il morso in testa, o vogliamo parlare delle rane prelibatezza del trevigiano o le cuzzedde del salento? Cosi',giuro, che ho provato a superare il mio pregiudizio... oggi non ci sono riuscita ma entro la fine del viaggio ci voglio provare. Del resto se non l'ho mai magiato un millepiedi come posso dire che non e' buono?
La birra la bevono calda e le donne non la bevono proprio, cosi' come non ho visto una sola cinese fumare per strada o in un luogo pubblico, solo nei bagni.
Salvo queste eccezioni la cucina cinese e' molto leggera e sinceramente anche gradevole.
Ci stiamo allenando con le bacchette e per solidarieta' mangiamo con la bocca aperta succhiando rumorosamente. Mi saltano spesso per aria ma di solito i vicini di tavolo ci guardano con un sorriso accondiscendente e il cameriere dopo un po' ci porta un cucchiaio...
Tuttavia, incontriamo pochissimi turisti, probabilmente perche' si muovono con viaggi organizzati e non battono i nostri stessi percorsi.
Il concetto di igiene e' un po' diverso, ma qui son davverio tantissimi e sfido chiunque a tenere cosi' pulita una citta' che e' una fiumana continua di gente.
Pechino e' avvolta da ieri da una nebbiolina che la rende un po' magica e nella citta' proibita dove il tempo si e' fermato all'epoca di imperatori, imperatrici e concubine galleggiavano nell'aria i soffioni, proprio come nei cartoni animati.
Non e' facile descrivere queste cartoline cosi' rimando alle foto e ai video.
Per ultimo parlando di razzismo, le opinioni sono divergenti:
Angelo e' convinto che si sentano superiori e che ci guardino con sospetto
Io, personalmente non sono d'accordo. Anzi...
Rimando a una riflessione generica che forse dipinge un quadro piu' completo:
i giovani pechinesi ci guardano con curiosita' perche' (in quanto occidentali) rappresentiamo il nuovo stimolando l'entusiasmo di chi vuole allargare i propri orizzonti.
Gli anziani pechinesi ci guardano con sospetto e circospezione perche' la vita e la storia gli hanno insegnato che il nuovo spesso nasconde insidie ma soprattutto guerre.
Questo nuovo o questo diverso e' comunque blindato.
Non e' possibile navigare sul web liberamente e in piazza Tian anmen, (dove gli studenti vennero schiacciti vivi dai carri armati per chiedere piu' diplomazia), vige uno stato di polizia con un complesso sistema di telecamere a circuito chiuso, controlli di sicurezza e poliziotti in borghese.
Detto questo non e' facilissimo scrivere il diario in tempo reale...
Per il momento vi saluto o meglio... come dicono i cinesi: Zaijian!
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Finalmente a Pechino!
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