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Amristar Airport
Amristar Airport
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26/08/2012
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35° 21.500'N 74° 48.667'E
Pistaccia infame, fango, sfasciume, sassi mobili e decine di tratti di "ciottolato smosso" il cui ciottolo piu piccolo ha le dimensioni di un melone. Cinque ore per fare 80 km di pista, tutti attorno ai 4000 metri di altitudine. La ricompensa é dormire qui, sotto il Nanga Parbat. Sent with Thuraya Satellite Phone
Pistaccia infame, fango, sfasciume, sassi mobili e decine di tratti di "ciottolato smosso" il cui ciottolo piu piccolo ha le dimensioni di un melone. Cinque ore per fare 80 km di pista, tutti attorno ai 4000 metri di altitudine. La ricompensa é dormire qui, sotto il Nanga Parbat. Sent with Thuraya Satellite Phone
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25/08/2012
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25/08/2012 17.06
35° 17.559'N 75° 38.530'E
Nella sua discesa verso il mare il fiume Hunza viene spodestato dal potente edi tumultuoso Indo, il fiume più lungo del subcontinente indiano.
A una trentina di km a sud di Gilgit la gola dell'Indo si presenta abbastanza agevole, ma ben presto scopre le sue carte. È un canyon di roccia con tutte le sfumature del bruno e del nero, con pareti verticali spesso vicinissime che imbrigliano la potenza dell'Indo facendolo schiumare e ribollire. Raramente sulla sponda sinistra la pendenza si addolcisce e compaiono dei piccoli terrazzamenti coltivati. Le piantagioni hanno un colore verde quasi fosforescente e contrastano magnificamente, incastonate nella montagna nera.
Dalla parte opposta una ferita solca l'altissima parete di roccia, è la strada che porta verso due dei giganti della zona: il K2 e il Nanga Parbat.
Strada strappata di forza alla montagna, con il ciglio esterno non protetto a picco sul fiume e l'interno spesso scavata all'interno della roccia, con il resto della montagna a incombere sulle nostre teste.
È appena più larga del tipico camion pakistano. Camion pakistano che ti auguri di non dover incontrare proprio su quella strada. Camion pakistano che ovviamente incontrerai più volte, e sempre ovviamente dietro una curva cieca.
Come se non bastasse è male asfaltata e disseminata di tratti fangosi creati dai torrentelli improvvisati che si formano durante i temporali e che attraversano la traccia nel loro gettarsi nell'Indo.
Centosessanta chilometri su questa strada che regala una nuova magnifica vista ad ogni curva sono bellissimi ma molto faticosi e molto lenti.
Cinque ore di curve e controcurve ci portano alla magnifica valle di Skardu, dove la confluenza di tre fiumi ha creato uno spettacolo unico.
Arriviamo nella valle dall'alto e il panorama di decine di di dune color bianco cenere racchiuse tra montagne brune , a loro volta contornate da enormi "settemila" innevati, ci appare all'improvviso.
È un attimo e le dodici ore di moto non si sentono più.
Nella sua discesa verso il mare il fiume Hunza viene spodestato dal potente edi tumultuoso Indo, il fiume più lungo del subcontinente indiano.
A una trentina di km a sud di Gilgit la gola dell'Indo si presenta abbastanza agevole, ma ben presto scopre le sue carte. È un canyon di roccia con tutte le sfumature del bruno e del nero, con pareti verticali spesso vicinissime che imbrigliano la potenza dell'Indo facendolo schiumare e ribollire. Raramente sulla sponda sinistra la pendenza si addolcisce e compaiono dei piccoli terrazzamenti coltivati. Le piantagioni hanno un colore verde quasi fosforescente e contrastano magnificamente, incastonate nella montagna nera.
Dalla parte opposta una ferita solca l'altissima parete di roccia, è la strada che porta verso due dei giganti della zona: il K2 e il Nanga Parbat.
Strada strappata di forza alla montagna, con il ciglio esterno non protetto a picco sul fiume e l'interno spesso scavata all'interno della roccia, con il resto della montagna a incombere sulle nostre teste.
È appena più larga del tipico camion pakistano. Camion pakistano che ti auguri di non dover incontrare proprio su quella strada. Camion pakistano che ovviamente incontrerai più volte, e sempre ovviamente dietro una curva cieca.
Come se non bastasse è male asfaltata e disseminata di tratti fangosi creati dai torrentelli improvvisati che si formano durante i temporali e che attraversano la traccia nel loro gettarsi nell'Indo.
Centosessanta chilometri su questa strada che regala una nuova magnifica vista ad ogni curva sono bellissimi ma molto faticosi e molto lenti.
Cinque ore di curve e controcurve ci portano alla magnifica valle di Skardu, dove la confluenza di tre fiumi ha creato uno spettacolo unico.
Arriviamo nella valle dall'alto e il panorama di decine di di dune color bianco cenere racchiuse tra montagne brune , a loro volta contornate da enormi "settemila" innevati, ci appare all'improvviso.
È un attimo e le dodici ore di moto non si sentono più.
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23/08/2012
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23/08/2012 19.34
36° 19.470'N 74° 41.388'E
Cosa ci faccio io qui?
In teoria dovrei esser in piedi sulle pedane della mia moto, con la pista della Kharakorum Highway che scorre sotto i pneumatici tassellati e lo spettacolare panorama dell Hunza Valley davanti a me.
Invece la mia moto è sospesa sull'acqua.
È appoggiata su un asse da muratore gettata tra un cumulo di sassi e la sponda di una piccola barca, mentre io "dirigo" sei pakistani in "vestaglia" e ciabatte per le operazioni di carico: "Ok.... slow... ok ... no... stop... merda... stop!".
Eravamo partiti alla mattina con calma da Sust, il paese a 80 km dal confine dove si espletano le formalità doganali.
Dieci litri a moto di benzina "lusso 93 ottani" serviti da un bidone in un distributore privo di corrente elettrica e via lungo quel che rimane della Kharakorum Highway.
Una volta questa strada era un importante via commerciale che dalla Cina portava a Islamabad, ed era perfettamente asfaltata.
Ora in questo tratto l'asfalto è praticamente sparito, la manutenzione è da strada secondaria e il motivo di questo stato di cose lo si incontra presto.
Per qualche decina di chilometri la pista misto asfalto scorre a fianco al fiume Hunza nella più bella e selvaggia valle che mi sia capitato di vedere. Altissime pareti verticali di roccia aguzze e frastagliate dall'aspetto quasi alieno scortano il fiume e la pista verso sud.
A volte si aprono lasciando spazio a un fondovalle ricco e fertile, a volte si stringono regalando giusto lo spazio per il fiume e per la strada.
Poi a un certo punto la valle si allarga, ma si allarga anche il fiume e la strada prosegue tranquillamente.... sott'acqua!
Una deviazione polverosa in costa sulla destra ci permette di guadagnare qualche centinaio di metri, poi la pista finisce di nuovo e inesorabilmente sott'acqua.
Sprofonda ripida e sabbiosa tra minibus parcheggiati e un paio di barche ormeggiate al di la di quello che prima era il parapetti di una strada di montagna.
Nel 2010 un terremoto fece crollare l'intero costone di una montagna nella valle in un punto molto stretto, e la frana ostruì il corso del fiume.
In capo a due anni a causa di questo "tappo" si è formato un lago sinuoso lungo 25 chilometri, con l'effetto di isolare i due tratti di valle e decretare la fine della Kharakorum Highway come rotta commerciale con la Cina.
L'altro effetto e quello di mettere una spada di Damocle su tutta la valle, in caso un nuovo terremoto facesse saltare il "tappo" o facesse crollare un altro pezzo di montagna nel lago.
Sapevamo di tutto questo ed eravamo preparati all'idea di dover traghettare con delle barche... ma non con QUESTE barche!
Le barche di fortuna sono delle bagnarole di legno, lunghe si e no 10 metri e larghe nel punto massimo 3 metri. A due terzi di barca verso poppa una traversa di legno inchiodata alla bell'e meglio sporge dai due lati reggendo due motori da motozappa a cui sono collegati i due lunghi alberi con le eliche.
Barche evidentemente adatte al solo trasporto delle persone, non certo traghetti per veicoli, infatti i minibus sono li per caricare i passeggeri in arrivo con le barche.
Io sono molto scettico, ma il "capitano" sostiene di riuscire a trasportare le moto e parte una trattativa serrata sul prezzo. Appena ci aggiudichiamo la barca in esclusiva per 80 dollari magicamente vengono ripescate dal fondo della barca 4 assi da muratore che vengono messe di traverso sulle sponde improvvisando un "ponte merci", le moto vengono caricate di forza dagli "assistenti di terra" con una quinta asse che fa da ponte con un cumulo di sassi a bordi strada.
Smontando le borse laterali alla mia, le moto ci stanno per un pelo in un equibrio precario e tutt'altro che stabile. La corda tesa tra i due lati della barca avrebbe il solo effetto, in caso di caduta, di trascinare tutte le moto in acqua anziché una sola.
La navigazione lungo il canyon dura due ore tra la grandiosità dello scenario naturale e le inquietanti vestigia del passato che ogni tanto emergono dal lago nei punti meno profondi. Lo sbarco avviene in un punto in cui la strada ripidissima è ricavata nella frana che ha creato il lago. Mentre mi attardo a montare le borse vengo fotografato da qualche telefonino.
La pista che mi porta via dallo sbarco di Caronte è ripidissima, piena di tornanti e sassi smossi coperti un fesh fesh quasi liquido, color grigio cemento.
Parto, è una pista veramente di merda e sono strafelice di imboccarla.
Cosa ci faccio io qui?
In teoria dovrei esser in piedi sulle pedane della mia moto, con la pista della Kharakorum Highway che scorre sotto i pneumatici tassellati e lo spettacolare panorama dell Hunza Valley davanti a me.
Invece la mia moto è sospesa sull'acqua.
È appoggiata su un asse da muratore gettata tra un cumulo di sassi e la sponda di una piccola barca, mentre io "dirigo" sei pakistani in "vestaglia" e ciabatte per le operazioni di carico: "Ok.... slow... ok ... no... stop... merda... stop!".
Eravamo partiti alla mattina con calma da Sust, il paese a 80 km dal confine dove si espletano le formalità doganali.
Dieci litri a moto di benzina "lusso 93 ottani" serviti da un bidone in un distributore privo di corrente elettrica e via lungo quel che rimane della Kharakorum Highway.
Una volta questa strada era un importante via commerciale che dalla Cina portava a Islamabad, ed era perfettamente asfaltata.
Ora in questo tratto l'asfalto è praticamente sparito, la manutenzione è da strada secondaria e il motivo di questo stato di cose lo si incontra presto.
Per qualche decina di chilometri la pista misto asfalto scorre a fianco al fiume Hunza nella più bella e selvaggia valle che mi sia capitato di vedere. Altissime pareti verticali di roccia aguzze e frastagliate dall'aspetto quasi alieno scortano il fiume e la pista verso sud.
A volte si aprono lasciando spazio a un fondovalle ricco e fertile, a volte si stringono regalando giusto lo spazio per il fiume e per la strada.
Poi a un certo punto la valle si allarga, ma si allarga anche il fiume e la strada prosegue tranquillamente.... sott'acqua!
Una deviazione polverosa in costa sulla destra ci permette di guadagnare qualche centinaio di metri, poi la pista finisce di nuovo e inesorabilmente sott'acqua.
Sprofonda ripida e sabbiosa tra minibus parcheggiati e un paio di barche ormeggiate al di la di quello che prima era il parapetti di una strada di montagna.
Nel 2010 un terremoto fece crollare l'intero costone di una montagna nella valle in un punto molto stretto, e la frana ostruì il corso del fiume.
In capo a due anni a causa di questo "tappo" si è formato un lago sinuoso lungo 25 chilometri, con l'effetto di isolare i due tratti di valle e decretare la fine della Kharakorum Highway come rotta commerciale con la Cina.
L'altro effetto e quello di mettere una spada di Damocle su tutta la valle, in caso un nuovo terremoto facesse saltare il "tappo" o facesse crollare un altro pezzo di montagna nel lago.
Sapevamo di tutto questo ed eravamo preparati all'idea di dover traghettare con delle barche... ma non con QUESTE barche!
Le barche di fortuna sono delle bagnarole di legno, lunghe si e no 10 metri e larghe nel punto massimo 3 metri. A due terzi di barca verso poppa una traversa di legno inchiodata alla bell'e meglio sporge dai due lati reggendo due motori da motozappa a cui sono collegati i due lunghi alberi con le eliche.
Barche evidentemente adatte al solo trasporto delle persone, non certo traghetti per veicoli, infatti i minibus sono li per caricare i passeggeri in arrivo con le barche.
Io sono molto scettico, ma il "capitano" sostiene di riuscire a trasportare le moto e parte una trattativa serrata sul prezzo. Appena ci aggiudichiamo la barca in esclusiva per 80 dollari magicamente vengono ripescate dal fondo della barca 4 assi da muratore che vengono messe di traverso sulle sponde improvvisando un "ponte merci", le moto vengono caricate di forza dagli "assistenti di terra" con una quinta asse che fa da ponte con un cumulo di sassi a bordi strada.
Smontando le borse laterali alla mia, le moto ci stanno per un pelo in un equibrio precario e tutt'altro che stabile. La corda tesa tra i due lati della barca avrebbe il solo effetto, in caso di caduta, di trascinare tutte le moto in acqua anziché una sola.
La navigazione lungo il canyon dura due ore tra la grandiosità dello scenario naturale e le inquietanti vestigia del passato che ogni tanto emergono dal lago nei punti meno profondi. Lo sbarco avviene in un punto in cui la strada ripidissima è ricavata nella frana che ha creato il lago. Mentre mi attardo a montare le borse vengo fotografato da qualche telefonino.
La pista che mi porta via dallo sbarco di Caronte è ripidissima, piena di tornanti e sassi smossi coperti un fesh fesh quasi liquido, color grigio cemento.
Parto, è una pista veramente di merda e sono strafelice di imboccarla.
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21/08/2012
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21/08/2012 16.26
36° 41.483'N 74° 49.167'E
In Pakistan, finalmente! Non ne potevo più dei cinesi, arroganti,ignoranti come dei badili, sempre pronti a fregarti su tutto. Stamani alle 7 abbiamo lasciato lo scenari grandioso del Mutza Gata con tutti i suoi 7600 metri che riglettevsno la luce dell'alba pet puntare a sud. Ci siamo inerpicati sul Khunjerab pass , 4800 metri, con le moto che faticavano un po' sull'asfalto cinese. Superato il passo si è in Pakistan, la strada diventa sterrata e scende in una valle straordinaria fatta di pareti di rocce scintillanti a picco sul fiume e montagne altissime, aguzze ed innevate. 80 km di sterrata ci portano qua a Sust, villaggio di 300 anime e senza corrente dove c'è la dogana vera e propria. Dormiamo qui, cullati dal rumore del fiume
In Pakistan, finalmente! Non ne potevo più dei cinesi, arroganti,ignoranti come dei badili, sempre pronti a fregarti su tutto. Stamani alle 7 abbiamo lasciato lo scenari grandioso del Mutza Gata con tutti i suoi 7600 metri che riglettevsno la luce dell'alba pet puntare a sud. Ci siamo inerpicati sul Khunjerab pass , 4800 metri, con le moto che faticavano un po' sull'asfalto cinese. Superato il passo si è in Pakistan, la strada diventa sterrata e scende in una valle straordinaria fatta di pareti di rocce scintillanti a picco sul fiume e montagne altissime, aguzze ed innevate. 80 km di sterrata ci portano qua a Sust, villaggio di 300 anime e senza corrente dove c'è la dogana vera e propria. Dormiamo qui, cullati dal rumore del fiume
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20/08/2012
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20/08/2012 12.02
38° 26.467'N 75° 02.783'E
Karakool Lake. Una cornice di aspre e aride colline separa questo ameno laghetto dai grandiosi contrafforti innevati alle sue spalle, alti 7600 e più metri. Noi siamo in riva al lago a 3670 metri. Dormiamo qui e la notte in yurta non si preannuncia riposante, prendere sonno la prima notte a queste altitudini è sempre difficile e il mal d'altitudine è sempre in agguato. Domani ci aspettano un passo a 4800, sperando che le moto ce la facciano, e il confine con il Pakistan.
Karakool Lake. Una cornice di aspre e aride colline separa questo ameno laghetto dai grandiosi contrafforti innevati alle sue spalle, alti 7600 e più metri. Noi siamo in riva al lago a 3670 metri. Dormiamo qui e la notte in yurta non si preannuncia riposante, prendere sonno la prima notte a queste altitudini è sempre difficile e il mal d'altitudine è sempre in agguato. Domani ci aspettano un passo a 4800, sperando che le moto ce la facciano, e il confine con il Pakistan.
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Misteriosa sorpresa al mattino....
Misteriosa sorpresa al mattino....
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17/08/2012 10.25
39° 43.350'N 75° 12.450'E
Passato il confine cinese 130 km fa, ora in attesa davanti a un faraonico ufficio immigrazione completamente vuoto. Forse è solo una facciata di cartone e dietro c'è una roulotte.
Passato il confine cinese 130 km fa, ora in attesa davanti a un faraonico ufficio immigrazione completamente vuoto. Forse è solo una facciata di cartone e dietro c'è una roulotte.
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16/08/2012
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16/08/2012 17.34
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"La Cina è vicina" si dice.
Stasera è vero.
"La Cina è vicina" si dice.
Stasera è vero.
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14/08/2012
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41° 45.800'N 75° 08.300'E
A 3000 metri, fiato corto. Il lago color diamante si intravede dalla porta della mia yurta, appoggiato su un prato color smeraldo. Se rinasco cavallo selvatico voglio rinascere qui. Sent with Thuraya Satellite Phone
A 3000 metri, fiato corto. Il lago color diamante si intravede dalla porta della mia yurta, appoggiato su un prato color smeraldo. Se rinasco cavallo selvatico voglio rinascere qui. Sent with Thuraya Satellite Phone
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12/08/2012
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12/08/2012 15.41
40° 31.312'N 72° 48.004'E
Alba.
Uscire dalla guesthouse e vedere nalla luce obliqua del mattino le mucche che scendono dai prati per mangiare e farsi mungere dalla "matrona" del villaggio è un bellissimo modo di iniziare la giornata.
Arrivare qui a Osh, cittadina bruttarella e inquinata è molto meno romantico, ma e una tappa obbligata per i tre giorni che contiamo di fare nella Valle Fergana. Fortunatamente la maggior parte dei centottanta km che ci hanno fatto calare di quota di 2200 metri ed arrivare qui erano molto panoramici.
Notte in albergone ex-sovietico ma dotato di connessione internet, cosa che non trovavamo da parecchi giorni. Domani tappa di più di 400 km con gli ultimi quaranta che conducono al lago Son-Kul.
Alba.
Uscire dalla guesthouse e vedere nalla luce obliqua del mattino le mucche che scendono dai prati per mangiare e farsi mungere dalla "matrona" del villaggio è un bellissimo modo di iniziare la giornata.
Arrivare qui a Osh, cittadina bruttarella e inquinata è molto meno romantico, ma e una tappa obbligata per i tre giorni che contiamo di fare nella Valle Fergana. Fortunatamente la maggior parte dei centottanta km che ci hanno fatto calare di quota di 2200 metri ed arrivare qui erano molto panoramici.
Notte in albergone ex-sovietico ma dotato di connessione internet, cosa che non trovavamo da parecchi giorni. Domani tappa di più di 400 km con gli ultimi quaranta che conducono al lago Son-Kul.
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10/08/2012
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10/08/2012 16.50
39° 43.633'N 73° 14.717'E
Sara-Tash, una manciata di case appoggiate su un verdissimo altopiano a 3200 metri, racchiuso tra montagne innevate illuminate da una luce del tramonto che solo a queste altitudini ha questi toni che sono al contempo secchi e caldi. Manca un po' il fiato e nella stanza dove dormiamo ci sono 10 gradi in piena estate!
Sara-Tash, una manciata di case appoggiate su un verdissimo altopiano a 3200 metri, racchiuso tra montagne innevate illuminate da una luce del tramonto che solo a queste altitudini ha questi toni che sono al contempo secchi e caldi. Manca un po' il fiato e nella stanza dove dormiamo ci sono 10 gradi in piena estate!
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09/08/2012 06.37
38° 43.500'N 70° 35.000'E
Posto di blocco militare, non ci fanno entrare in Pamir. Merda!
Posto di blocco militare, non ci fanno entrare in Pamir. Merda!
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08/08/2012
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08/08/2012 12.25
38° 50.050'N 70° 22.150'E
Laghetto in mezzo alle montagne, sosta obbligatoria
Laghetto in mezzo alle montagne, sosta obbligatoria :-)
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07/08/2012
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07/08/2012 17.45
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Stamberga/stalla/trattoria "Di quel che c'è non manca nulla - gestione familiare". D'altronde manca solo l'acqua e l'energia elettrica, ma la vista sui contrafforti a ridosso del Kirghizistan compensa tutto..
Stamberga/stalla/trattoria "Di quel che c'è non manca nulla - gestione familiare". D'altronde manca solo l'acqua e l'energia elettrica, ma la vista sui contrafforti a ridosso del Kirghizistan compensa tutto..
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Rest Day - Dushambe - Tajikistan
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Madrassa al tramonto - Khiva
Madrassa al tramonto - Khiva
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26/07/2012
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47° 30.841'N 42° 12.277'E
Bella eh!...
Bella l'Ukraina.
Bello attraversare nella bruma del mattino i piccoli villaggi fatti di case sparse a manciate sulle colline.
Bello vedere in controluce i profili delle cicogne nei loro nidi in cima ai pali della luce.
Bello far scorrere la moto sulle statali in mezzo ai boschi con gli alberi adornati dal vischio.
Bello bello, però...quando poi fai duemila chilometri di strada dritta contornata solo e soltanto da immensi campi di girasoli ti rompi un po' i maroni !!
A movimentare un po' le cose ci pensano le piccole città, luogo pericolosissimo per il motociclista maschio latino, non c'è modo di rimanere concentrati sulla guida.
Nelle città la crisi economica ha colpito duramente, le ragazze non solo non si possono permettere abiti lunghi, ma anche quelli che hanno sono evidentemente fatti all'insegna del risparmio di tessuto, specie le gonne!
Per evitare questi pericoli oggi siamo entrati in Russia e ci siamo fermati sulle rive del Don, dopo sole due ore di dogana e una tappa corta di trecento chilometri.
Bella eh!...
Bella l'Ukraina.
Bello attraversare nella bruma del mattino i piccoli villaggi fatti di case sparse a manciate sulle colline.
Bello vedere in controluce i profili delle cicogne nei loro nidi in cima ai pali della luce.
Bello far scorrere la moto sulle statali in mezzo ai boschi con gli alberi adornati dal vischio.
Bello bello, però...quando poi fai duemila chilometri di strada dritta contornata solo e soltanto da immensi campi di girasoli ti rompi un po' i maroni !!
A movimentare un po' le cose ci pensano le piccole città, luogo pericolosissimo per il motociclista maschio latino, non c'è modo di rimanere concentrati sulla guida.
Nelle città la crisi economica ha colpito duramente, le ragazze non solo non si possono permettere abiti lunghi, ma anche quelli che hanno sono evidentemente fatti all'insegna del risparmio di tessuto, specie le gonne!
Per evitare questi pericoli oggi siamo entrati in Russia e ci siamo fermati sulle rive del Don, dopo sole due ore di dogana e una tappa corta di trecento chilometri.
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23/07/2012
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23/07/2012 20.14
49° 22.746'N 24° 08.678'E
Ukraina - motel in mezzo al nulla. La faccia che fa la gente quando ti chiede "Dove state andando
con quelle moto?" e tu rispondi: "Se tutto va bene....in India."
Ukraina - motel in mezzo al nulla. La faccia che fa la gente quando ti chiede "Dove state andando
con quelle moto?" e tu rispondi: "Se tutto va bene....in India."
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21/07/2012
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21/07/2012 19.52
46° 11.274'N 14° 53.308'E
Trojane, Slovenia. A dispetto del nome la specialità del posto è il krapfen. Dieta fottuta da subito
Trojane, Slovenia. A dispetto del nome la specialità del posto è il krapfen. Dieta fottuta da subito
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